Credo sia una forma di resistenza magica.
Il tempo scorre ma questa piccola parte di mondo che ho osservato resiste ed esiste con semplicità e passione portando avanti la propria storia.
Ho scoperto Rasos, la celebrazione del solstizio d'estate, nei miei studi sulle regioni baltiche nella continua ricerca di quale sia il senso del nostro transito su questa terra.
Viviamo, infatti, una porzione infinitesimale di tempo e spesso mi chiedo quale sia la nostra traccia di questo passaggio, quale sia il ricordo, la memoria dei nostri passi.
Ho vissuto Rasos attraverso l’accoglienza familiare degli abitanti di alcuni piccoli villaggi, tra Kernavè e Sližiai, a nord di Vilnius, in Lituania. È stata l’occasione per conoscere delle piccole comunità, sentirsi accolto, condividere i preparativi e incontrarsi con vero senso di uguaglianza e sincera attenzione alle origini e alle persone.
Quel giorno, di notte, la memoria collettiva di un popolo continua a tramandarsi intatta e rafforzata, nonostante il passare del tempo, le distrazioni della modernità e superando periodi bui di dominazioni straniere durante i quali la celebrazione di questa festa si è persino trasformata in un rito clandestino, come nascosto sotto un velo di nebbia. Le usanze, i simboli, i rituali sono trasmessi con impegno per preservare i valori spirituali, morali e culturali conservati nel cuore di queste persone.
Mi incanta vedere come possa ritrovarsi il senso nelle piccole cose, come possa essere magico fermarsi e dedicare del tempo alla raccolta di un fiore, alla preparazione di un cibo da condividere con le persone del proprio villaggio. Si respira una fierezza per la propria terra difficile da ritrovare comunemente e questa fiererzza è difesa offertaa con generosità e paertura persino con uno sconosciuto come me.
Una dimensione intima e raccolta in cui la propria casa diventa un luogo di rifugio ed accoglienza, topos di costruzione di relazioni sincere, antitesi dei grandi centri urbani dove tutto scorre in fretta inghiottiti dalla frenesia e freddezza dei nostri ritmi.
Quel giorno, di notte, si intonano canzoni che, pur nella loro semplicità, sono entrate a far parte del Patrimonio dell'Umanità sancito dall'Unesco. Rasos è anch'essa una magica litania meritevole di protezione, una musica in risonanza con la natura e le cose semplici di cui dovremmo tutti godere e ringraziare: il silenzio di un bosco, lo schioppettio del fuoco, il caldo del sole ed il sorgere di una nuova alba ad aspettare i nostri risvegli ed i nostri sogni.
Oggi tutto scorre in fretta e lo spazio delle tradizioni e la ricerca di semplicità sono compresse nella frenesia del raggiungimento di qualcosa che forse neanche vogliamo.
Quel giorno, di notte, ci si stringe, si balla, si ringrazia di ciò che si ha, si scaccia l’oscurità per far posto alla speranza.
- EN -
I believe it's a kind of magical resistance.
Time flies but I have found a small part of the world existing and resisting with simplicity and passion in keeping forward its own history.
I have met Rasos, summer solstice celebration, thanks to my studies on Baltic regions while keeping looking for the true meaning of our transit on this Hearth.
Indeed we live an infinitesimal part of time and very often I ask myself what the mark of our journey should be, what about remembrances we leave, what about memories of our footprints.
I lived Rasos through the homely welcome of inhabitants of some villages, between Kernavè and Sližiai, north of Vilnius, Lithuania. It has been a chance to get in touch with small communities, feeling part of them, share celebration preparations and meet people with a genuine sense of equality and heartfelt care of roots and individuals.
That day, by night, the collective legacy of a folk keeps passing down preserved and reinforced, despite the passing of time, modern era distractions and also overcoming gloomy ages when this celebration was secretly performed, like beneath a blanket fog. Local customs, symbols, rituals have passed with dedication to preserve cultural, moral and spiritual values stored in folk's soul.
I have been hooked by seeing how small stuffs can still play an important role, how magic is to pull over and spend some time in picking up flowers, cooking dishes to be offered to neighbors. You can breathe the pride of their country, not so common nowadays, and you might be amazed to see how roots are defended and valued as genuine chest to be shared with anybody, even an unfamiliar guest like me. It's an intimate and engrossed dimension where home becomes a welcoming and harbor place, a topos where building sincere relations antithesis of urban conglomerates where everything goes fast swallowed by coldness and stress of metropolitan rhythms.
That day, by night you hear chants that, despite their simplicity, have been included on UNESCO heritage of humanity. Rasos is itself a kind of magic litany deserving preservation, a song tuning with nature and simple things everybody of us should enjoy with: silence of a forest, fire crackling, dawn of the sun, day after day, waiting our wake up and our dreams.
Nowadays everything goes so fast and space available for traditions and pursuit of simplicity is squeezed by stress and bustle for something we do not even really want.
That day, by night, people huddle together, dance, thank for what they have and push away darkness to make away for the hope.